Assoconsum insieme ad Altamarea, Fondo antidiossina onlus, Peacelink, Verdi, Cittadinanza attiva e 500-600 cittadini, assistiti dagli avvocati Raffaella Cavalchini, Eliana Baldo, Orazio Cantore, Viviana Lanzalonga, Leonardo Laporta, Giuseppe Lecce, Anna Mariggio’, Annalisa Montanaro, Pietro Palasciano, Massimo Tarquinio e Sergio Torsella, costituite parte civile nel processo «Ambiente svenduto» hanno presentato alla Cancelleria della Corte d’ Assise istanza per vagliare l’opportunità di revocare la facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo degli stabilimenti, basandosi sul presupposto che «la fabbrica continua a inquinare».

l’avvocato Raffaella Cavalchini, uno dei legali che hanno depositato l’istanza spiega che «in considerazione del fatto che ad oggi ci sono state numerosissime violazioni alle prescrizioni di adeguamento alla procedura per ottenere l’Aia. Abbiamo allegato anche dei rilievi di Ispra, l’ulteriore indagine Asl che ha fatto venir fuori il problema della presenza di naftalina nelle urine». «Stiamo quindi chiedendo che la Corte valuti di revocare la facoltà d’uso degli impianti perché, a distanza di anni, nulla è stato fatto e continuano gli slopping, continuano le emissioni, continuano ad esserci problemi e le prescrizioni non sono state osservate»

Intanto un’altra proroga (la terza) è stata concessa per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisto della fabbrica, la data è stata spostata dal 3 al 6 Marzo. Tra i probabili acquirenti ci sono il consorzio Acciai Italia, che annuncia la possibilità di riduzioni di personale, e il gruppo indiano Jsw che rassicura sulle intenzioni di fare dell’Ilva «uno stabilimento moderno rispetto agli standard dell’industria europea dell’acciaio, uno dei più puliti», dove gli agenti cancerogeni «si possono minimizzare» grazie a  «un impianto di captazione delle emissioni polverose», «Le particelle polverose saranno riciclate nel giro di due anni». Inoltre il presidente del gruppo Jsw afferma che se dovesse aggiudicarsi l’acquisto aumenterebbe la produzione a 10 milioni di tonnellate, dagli attuali 6 milioni, generando quindi posti lavoro.

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